L’obiettivo delle politiche europee e nazionale (“Piano Nazionale Sicurezza Stradale”) al 2020 era
di dimezzare il numero delle vittime sulla strada registrato nel 2010 (4.114) e di azzerarle per i
bambini e ragazzi: gli incidenti e le vittime sulla strada stanno lentamente diminuendo, ma siamo
ancora ben lontani dall’obiettivo: secondo il rapporto ISTAT 2020 sulla sicurezza stradale nel 2019
“sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in lieve calo rispetto al 2018
(-0,2%), con 3.173 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 241.384 feriti (-0,6%).  Ancora
35 vittime tra i bambini (1-14 anni) e 158 tra i 15 e 19 anni. Nel 2020, nonostante i lockdown e
la diminuzione dell’85% dei chilometri percorsi nei mesi di marzo ed aprile, impossibile ridurre in
un anno del 30% incidenti, feriti e soprattutto vittime sulla strada.
La sicurezza stradale coinvolge tutti noi, tutti gli utenti della strada, motorizzati o meno, vittime e in
parte colpevoli, di un problema, di un modo di muoverci e di un sistema dei trasporti che deve
cambiare. Morti e feriti sono soprattutto automobilisti, perché è in auto che percorriamo l’80% circa
dei chilometri ogni anno. Ma il rapporto Istat così riassume gli andamenti del 2019: “Tra le vittime
risultano in aumento i ciclisti (253; +15,5%) e i motociclisti (698; +1,6%); in diminuzione le altre
categorie di utenti: pedoni (534; -12,7%), ciclomotoristi (88; -18,5%), occupanti di veicoli per il
trasporto merci (137; -27,5%) e automobilisti (1.411; -0,8%). Il marcato aumento delle vittime tra i
ciclisti, soprattutto su strade statali nell’abitato e fuori città, è associato anche a una crescita degli
incidenti stradali che coinvolgono biciclette (+3,3%)”, segno anche di una sempre maggiore uso del
mezzo a due ruote a cui non ha corrisposto un adeguato ridisegno delle norme e delle infrastrutture
per accoglierle sulle nostre strade progettate solo per le automobili.
A livello nazionale le cause principali degli incidenti sulle strade urbane registrati da Istat (da
Polizie Urbane e forze dell’ordine) sono (nel 80% dei casi in cui sono stati riscontrati) il mancato
rispetto della precedenza o del semaforo (17% dei casi accertati), la guida distratta (17%), solo nel
4% dei casi a causa del pedone distratto, nel 90% dei casi per scorrettezze da parte dei conducenti
(di mezzi diversi). Infatti, nei soli comuni capoluogo, solo 3.600 contravvenzioni sono state elevate
a pedoni, 1.200 a ciclisti, contro 2,5 milioni di multe per eccesso di velocità e 3,6 milioni per
divieto di sosta (la sosta in seconda fila o in divieto è una delle principali cause di esposizione al
pericolo per ciclisti e pedoni).

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